I gioielli Joidart, in pochi tratti, racchiudono un tesoro di ispirazioni. Il gusto estetico catalano, le architetture di Gaudì, la natura del Mediterraneo, il multiculturalismo di Barcellona, la storia antica di Girona.
Nato come laboratorio artigiano, Joidart è diventato un brand diffuso in tutto il mondo, crescendo anche grazie a collaborazioni con artisti che incarnano perfettamente lo stile minimale, elegante e contemporaneo che è proprio del design catalano.
Con Cristina Julià, direttore creativo di Joidart, abbiamo parlato di come il brand si è evoluto negli ultimi anni, coinvolgendo artisti delle discipline più ibride e varie, ma mantenendo sempre un’identità unica e riconoscibile, legata alla Catalogna e alla sua cultura.
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Cristina Julià, raccontaci di più sull'inizio di Joidart. È stato fondato da tuo padre Jaume Julià come laboratorio artigianale. Quando si è trasformato in brand di gioielli?
Mio padre ha creato il laboratorio quando avevo 5 anni, nel 1981, e quando ero bambina mi ha insegnato molto sui gioielli che realizzavano. Ha iniziato collaborando con piccoli artigiani, e successivamente ha collaborato con maestri della Scuola d’Arte e Design Massana a Barcellona. Quel momento ha segnato l’ingresso dell’azienda nel mondo del design: da allora, il marchio ha iniziato a concentrarsi sul concetto di gioielli contemporanei.
Sono cresciuta in un mondo fatto di gioielli e di creatività, e ho sempre avuto chiara fin da subito la mia vocazione artistica. Fin da piccola mi è sempre piaciuto disegnare e dipingere. Uno zio era scultore, un altro artigiano e maestro di profumi, e la famiglia di mia madre aveva un’azienda di abbigliamento moda.
Ricordo che una volta mio padre mi chiese di disegnare un motivo floreale per realizzarne degli orecchini. L’ho fatto e sono rimasta molto colpita nel vedere il mio disegno trasformato in realtà, in un oggetto che poteva essere indossato!
Mentre studiavo Belle Arti a Barcellona, ho lavorato come graphic designer in diversi studi: prima di lavorare in Joidart mi interessava fare esperienza.
Quando sono approdata a Joidart, come direttore creativo, il mio ruolo è stato prima di tutto organizzare il processo di progettazione delle collezioni. Un compito di cui si era sempre occupato mio padre, in maniera molto intuitiva e personale, visto che era già troppo occupato in altre mansioni. Liberando mio padre da questo compito, ho cercato di svolgerlo nella maniera più professionale e approfondita possibile.
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Non sei solo il direttore creativo di Joidart, ma sei anche un'artista: come combini entrambi gli aspetti? In che modo il tuo background influenza il tuo lavoro in Joidart?
Da quando ho iniziato a lavorare su Joidart, ho lasciato da parte i miei progetti artistici personali. Poi, circa 3-4 anni fa, ho sentito la necessità di riprendere la mia attività artistica: sul sito cristinajulia.com mostro le mie ultime creazioni.
Per me è stata un’occasione di autoconoscenza e approfondimento nella mia estetica personale. Quando lavori nel mondo del design, dove il processo creativo è rivolto a un marchio e a uno scopo commerciale, è facile dimenticare la tua essenza estetica. Tenendo viva la tua linea artistica, invece, è possibile essere molto più obiettivi nel resto delle produzioni creative che hanno un target e uno scopo specifici.
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Da quanto tempo avete iniziato a collaborare con altri designer? Come riesci a mantenere la “natura e lo stile” di Joidart?
Joidart ha collaborato con diversi artisti e artigiani già all’inizio della sua storia. Ma da un certo momento in poi abbiamo deciso di dare maggiore rilevanza a questa caratteristica, e di rendere gli artisti più importanti. È un modo per comunicare la diversità dei modelli, e per trasmettere più chiaramente il DNA dell’azienda, che consiste nel creare tutto attraverso le collaborazioni. Questo ci arricchisce e dà una vera storia ai nostri gioielli.
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Come individui gli artisti con i quali collaborerai? Quali sono le caratteristiche che ti fanno dire: «sì, questo artista rappresenta lo stile Joidart»?
I valori del brand Joidart ruotano intorno al Mediterraneo, al contemporaneo, al minimalismo e a Barcellona. Siamo un team creativo che tocca diverse discipline, come i gioielli, le arti grafiche e l’arte. Abbiamo la nostra estetica ma, attraverso altri artisti e designer, vogliamo portare varietà e arricchimento al progetto. Quando si sceglie la squadra di collaboratori, cerchiamo questi valori, oltre a un’affinità personale e umana.
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In queste collaborazioni segui il loro processo creativo e la fase di progettazione? O dai loro totale libertà fino al risultato finale?
Il processo creativo cambia molto in base alle caratteristiche di ciascun artista. In qualche caso si basa su un iniziale prototipo, prodotto dal team creativo stabile di Joidart e ispirato al lavoro dell’artista. Con altri invece partiamo da un gioiello o da un’opera dell’artista e creiamo insieme un percorso per renderlo più Joidart.
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Abbiamo notato che la squadra di Joidart è composta principalmente da donne. È una scelta o solo una coincidenza?
Non è nostra intenzione, ma è vero che i profili che si adattano di più a ciò che cerchiamo quando selezioniamo persone per il nostro team – sensibilità, gusto per l’estetica e il design, passione per gioielli, creatività ed empatia – sono di solito donne. Nonostante ciò, ci sono anche uomini a Joidart! Non dimentichiamo che il fondatore è stato mio padre.
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Qualche novità sui tuoi prossimi progetti?
In questo momento stiamo già lavorando alla prossima collezione SS20, e a stringere collaborazioni con gli artisti che co-creeranno con noi le prossime capsule collection. Come marchio abbiamo alcuni grandi progetti pronti ma non posso ancora anticipare nulla…
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Quali sono le caratteristiche del territorio catalano che consideri più affascinanti?
La luce mediterranea della mia terra, e il modo in cui esalta i colori di tutto ciò che ci circonda.
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3 luoghi poco conosciuti a Girona e Barcellona che dovremmo assolutamente visitare?
Le terrazze di Plaça Major de Gràcia (Barcellona), le spiagge del Baix Empordà (Girona) e il magnifico paesaggio di Cap de Creus.